Il ponte di Cesare sul Reno, John Soane 1814. |
Capolavoro di ingegneria, opera imponente, completata in soli dieci giorni, il ponte sul Reno è forse la migliore testimonianza della superiorità tecnologica dei Romani tanto nel settore civile che in quello militare. Conscio di non poter fare di meglio, sia per sintesi che per chiarezza, riporto le parole di Cesare per descrivere l'opera.
"Fece costruire il ponte così: vennero congiunte a due a due, alla distanza di due piedi, delle travi dello spessore di un piede e mezzo, molto appunrite nell'estremità inferiore e di altezza commisurata alla profondità delle acque. Queste travi si calarono nel fiume per mezzo di macchine e si conficcaro con battipali, non diritte e perpendicolari come le comuni palafitte, ma inclinate come i tetti, nel senso della corrente del fiume; poi vennero collocate di fronte a ciascuna coppia, a quaranta piedi di distanza, ma in senso contrario alla corrente, altre file di travi, legate allo stesso modo a due a due.
Sopra queste coppie di travi vennero incastrati pali grossi due piedi (tanta era la distanza di una trave e l'altra di ogni coppia) che le tenevano distaccate ed erano assicurati, alle loro estremità, con due ramponi che impedivano alle coppie di avvicinarsi. Con queste palafitte, tenute distaccate e collegate in direzione contraria, si otteneva una costruzione così salda e così ben congegnata che quanto più violenta fosse stata la corrente, tanto più il sistema sarebbe stato strettamente legato. Si appoggiarono, poi, sulle traverse delle travi collocate per il lungo, che furono ricoperte con tavole e graticci. Oltre a ciò, altre travi furono disposte, in senso obliquo, come dei contrafforti, e collegate a tutto il resto, verso il lato a valle del ponte perchè contribuissero a sostenere la forza della corrente. A monte e a poca distanza dal ponte vennero confitte altre travi, come difesa per il caso che i barbari, per abbattere la costruzione, vi mandassero contro tronchi di alberi o navi: sarebbe stato, in tal modo, attutito l'urto e preservato il ponte da eventuali danni." Libro IV XVII; pagina 207.
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